Il 2022 verrà ricordato come un anno intenso per gli appassionati di ufologia in Italia.
Il 17 gennaio infatti un poliziotto 52enne, Remo Conti, raccontò di aver visto chiaramente un oggetto volante non identificato volteggiare in cielo.
Quella sera si era recato a Passo San Leonardo, nel Parco nazionale della Maiella, per ammirare la volta celeste a bordo del suo Maggiolino.
Dalla cima della montagna vide però qualcosa nel cielo, che a suo dire non poteva sicuramente essere la luna: “Si muoveva a scatti, molto velocemente – racconta – e poi è svanito, quasi trasformatosi in una luce. La luna era alta, quindi dubito sia stato un semplice riflesso o gioco di luce”.
Non si fece attendere la risposta del CUN, il Centro Ufologico Nazionale, spiegando che non si sarebbe trattato di un ufo, ma semplicemente del riflesso della lente fotografica.
“Dalle foto pubblicate si evince un banale ‘lens flare’, fenomeno di riflesso interno comune alle fotocamere con ottiche di bassa qualità, special modo cellulari, che avviene in particolari condizioni di illuminazione diretta – scrive alla nostra redazione il Centro ufologico nazionale -. Per cui nulla a che vedere con oggetti volanti o non identificati. Tra l’altro, ad oggi non risulta nessuna segnalazione di presunti avvistamenti proveniente dalla medesima zona”, spiegavano sulle pagine de Il Germe.
Pochi giorni dopo, in Abruzzo si è tornati a parlare di ufo.
Il 2 febbraio alcune “lingue di fuoco” hanno illuminato nuovamente i cieli della Majella, destando la curiosità degli abitanti della zona e l’allarme delle autorità.
Carabinieri e vigili del fuoco pensarono subito a un incidente di un piccolo velivolo, ma una volta arrivati sul posto dal quale sembravano arrivare le luci e il fumo, non trovarono niente. Neppure i radar dell’aeroporto di Pescara registrarono anomalie.
L’Abruzzo però non è nuovo a racconti del genere. In molti ancora oggi ricordano l’autunno del 1978, quando in tutto il mondo si parlava del “Triangolo dell’Adriatico”, una zona triangolare di mare tra Ancona, il Gran Sasso e Pescara dove si registrarono diversi eventi ai confini della realtà.
In molti ancora oggi ricordano l’autunno del 1978, quando in tutto il mondo si parlava del “Triangolo dell’Adriatico”.
Furono diversi gli avvistamenti in cielo, ma soprattutto in mare, dove periodicamente dalle acque emergevano delle vere e proprie colonne d’acqua, provocando dei piccoli maremoti. Ci furono segnalazioni di corpi luminosi tra le onde: i marinai parlavano di bussole impazzite, di nebbie improvvise, di radar di bordo che localizzavano oggetti sconosciuti.
Raccontavano di rumori, esplosioni di luci, improvvise correnti che facevano perdere la rotta ai pescherecci. Nella notte tra il 14 e il 15 ottobre del 1978 si consumò una tragedia in mare, al largo di San Benedetto del Tronto, quando morirono nel naufragio del loro peschereccio, due fratelli di Martinsicuro.