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La triste storia dei dinosauri nel Parco regionale del Matese

Tra le tante idee bizzarre che periodicamente alimentano la fantasia degli imprenditori italiani c’è quella – mai doma – di ricreare la propria Jurassic Park. Non in senso figurato, con la speranza di spingere la ricerca scientifica oltre i limiti umani, ma proprio con l’intento di realizzare giganteschi e grotteschi parchi a tema ispirati alla famosa saga di Spielberg.

Nel corso dei decenni che hanno seguito il lancio della pellicola giurassica sono nati diversi parchi in tutto il mondo e in Italia non ci siamo fatti mancare proprio niente. Ma fra quelli più riusciti – a detta dei diversi turisti che popolano TripAdvisor – c’era proprio “La Città dei Dinosauri” a San Lorenzello, in provincia di Benevento, con poche ma imponenti sagome dei dinosauri che riuscivano a trasmettere il giusto senso di inquietudine e impotenza (il sogno di ogni bambino insomma).

Il parco trovava la sua ragione nel fatto che – a differenza dei parchi temporanei che nascono a ridosso dei centri commerciali – qui furono ritrovati davvero dei reperti archeologici di dinosauri. A pochi chilometri di distanza si trova infatti il sito di Pietraroja, dove negli anni 80 fu scoperto Ciro, “il primo dinosauro italiano”, ma anche l’unico dinosauro al mondo ad essersi fossilizzato con gli organi interni.

A pochi chilometri di distanza si trova il sito di Pietraroja, dove negli anni 80 fu scoperto Ciro, “il primo dinosauro italiano”.

Insomma, sembrava che tutto andasse per il meglio (senza ovviamente affrontare il problema di realizzare un parco a tema di queste proporzioni all’interno di un parco regionale come quello del Matese), invece poi i dinosauri sono stati abbandonati a loro stessi, insieme al parco, nell’aprile del 2017.
Un conto è sopravvivere a un meteorite, un conto al turbocapitalismo e ai cambi di proprietà. O forse un giorno i legali di Spielberg si sono svegliati e hanno visto che tra utilizzo dei loghi e sito internet (www.jurassicpark.it, complimenti per il coraggio) c’erano buone speranze di ottenere un cospicuo conguaglio per il mancato pagamento dei diritti e hanno costretto i gestori a chiudere.

Come raccontano gli intrepidi esploratori di Derive Suburbane, il più vasto archivio di fotografie, informazioni e narrazioni incentrato sui luoghi abbandonati della Campania, il luogo oggi sembra davvero ricordare il set dei sequel di Jurassic Park, con la paura che possa sempre sbucare un velociraptor da sotto una scrivania.

Di sicuro agli ideatori del parco deve essere riconosciuta la visione di realizzare non solo un parco a tema, ma l’abilità di trasmettere lo stesso spirito di avventura e desolazione che solo i fan di Jurassic Park possono riconoscere. A vedere le foto di oggi sembra davvero che qualcosa abbia messo in fuga le persone, lasciando persino i propri oggetti personali all’interno degli uffici. Che sia soltanto una grande trovata di marketing?

Photo by Derive Suburbane

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