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Il pecorino abruzzese prodotto da un ingegnere aerospaziale

Illustrazione: @Konrad “Kocu” Kocowski
Foto: Marco Graziani

I satelliti e le pecore, una vita divisa tra le forme dei corpi celesti e quelle del tipico formaggio abruzzese.
Professore di Astrodinamica alla Sapienza di Roma per 35 anni e fondatore del GAUSS (Gruppo di Astrodinamica della Sapienza), Filippo Graziani, originario di Villetta Barrea, nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha sempre applicato lo stesso metodo scientifico in tutte le sue passioni.
Nonostante i tantissimi impegni e le soddisfazioni, con il lancio in orbita di oltre dieci satelliti in carriera, è riuscito a portare avanti le tradizioni di famiglia, producendo ogni estate il frutto della transumanza abruzzese: il pecorino.

Due interessi radicalmente opposti, tanto diversi, quanto complementari: da un lato la spinta astrale e dinamica verso l’infinito, dall’altro quella pastorale e cadenzata dei rituali che si tramandano da secoli. Le coordinate geografiche si mescolano sulle mappe, incrociando le rotte dei satelliti in partenza dalle basi in Kazakistan, Russia, Nigeria e Stati Uniti con il tragitto costante e ipnotico delle pecore in transumanza tra Abruzzo e Puglia, per trovarsi puntali sempre a Passo Godi, a pochi chilometri da Villetta Barrea.

Abbiamo chiesto al professor Graziani di raccontarci parte di questa sua incredibile avventura per scoprire in fondo che cos’hanno in comune la costruzione di un satellite e la produzione del pecorino abruzzese.

“La mia famiglia ha portato avanti questo mestiere per generazioni, dal 1500 fino ai giorni nostri, senza cambiare mai approccio. Abbiamo sempre avuto un forte legame con il territorio. Mio padre ereditò diversi terreni e decise di fondare una società agricola nel 1984, la Sogiro srl, dove ancora oggi produciamo olio biologico, olive e portiamo a pascolare le pecore.”

Graziani è nato e vissuto a Roma, ma ha sempre condiviso l’attività pastorale con il figlio Ermanno, proprietario e allevatore della Masseria con sede a Cerignola.
“Questa attività si svolge tra la Puglia, Cerignola, in inverno, e Villetta, d’estate», aggiunge, «e quando posso vi partecipo volentieri.”

Il pecorino è da sempre il prodotto tipico della transumanza e, insieme alla ricotta, ha rappresentato per decenni la base alimentare dei pastori che si spostavano con le greggi tra Puglia e Abruzzo, seguendo il ciclo delle stagioni, alla ricerca di pascoli che conferivano aromi e fragranze del tutto unici ai prodotti della pastorizia. A differenza poi del cugino romano e degli altri pecorini tipici del Sud Italia, risulta più delicato, meno forte nei sapori, in base ovviamente alla stagionatura.


Ogni estate, verso metà giugno, il gregge viene portato a pascolare nei pascoli abruzzesi, seguendo le antiche tradizioni, ma con un piccolo accorgimento evolutivo.
“Noi siamo rimasti gli unici transumanti in Abruzzo, con un gregge di 650 pecore altamurane (mio nonno ne possedeva 3.000!), incrociate con pecore delle Langhe. Questa commistione di razze ci permette di aumentare la produttività e la qualità, ottenendo un canestrato abruzzese dal sapore più delicato, rispetto al pecorino tradizionale. Le pecore abruzzesi producono un latte molto ricco, ma ne producono davvero poco.”


“Noi siamo rimasti gli unici transumanti in Abruzzo, con un gregge di 650 pecore altamurane.”


Un approccio scientifico e matematico che delinea perfettamente il personaggio di Filippo Graziani, tra i pionieri dell’Ingegneria Aerospaziale in Italia. Già membro del progetto San Marco guidato dal professor Luigi Broglio, che vide una collaborazione tra Italia e Stati Uniti nella ricerca spaziale tra gli anni 60 e 80, oggi a 82 anni continua la sua attività con il GAUSS, azienda specializzata nello sviluppo e nel lancio di piccoli satelliti con scopo scientifico.

Un progetto nato verso la fine degli anni 70, in controtendenza con le politiche dell’epoca, maturato proprio nel suo laboratorio di Astrodinamica de La Sapienza: insieme a diversi studenti iniziò a sviluppare progetti che, nel corso del tempo, trovarono sempre maggiore apprezzamento a livello internazionale.

Come Edusat, satellite ideato e costruito insieme agli studenti della Scuola di Ingegneria aerospaziale di Roma, in collaborazione con il GAUSS e con l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), lanciato in orbita nel 2011. E soprattutto come le missioni UniSat, che hanno reso la società di Graziani la prima in Italia a fornire servizi di lancio per piccoli satelliti.

“Sia nella Astrodinamica, con la costruzione di piccoli satelliti insieme agli studenti, sia nella pastorizia, ho dovuto fare un gran lavoro contro corrente e spesso non aiutato dagli enti pubblici”, conferma Graziani. “Ma in entrambi casi sono riuscito, sia pure con molta fatica, a raggiungere dei risultati gratificanti.”


“In Italia nessuno vuole fare il pastore, è un problema culturale.”


Oggi come allora, nello spazio come sui pascoli abruzzesi, Graziani e la sua famiglia provano ad andare controcorrente, promuovendo uno stile di vita, quello pastorale, decisamente fuori moda.

“Purtroppo in Italia c’è un problema culturale, manca la manodopera. Nessuno vuole fare il pastore e con il reddito di cittadinanza molte persone hanno perso qualsiasi stimolo nel cercare un lavoro. E non è un discorso legato alla fatica, il pastore si può organizzare il lavoro come vuole, anche se gestire la transumanza all’interno di un Parco nazionale è più complicato, servono più autorizzazioni e c’è molta più burocrazia di un tempo.
Oltre ai miei figli, in azienda lavorano con noi diversi ragazzi macedoni: stanno da noi tutto l’anno e poi tornano a casa per le ferie. Senza di loro avremmo difficoltà a continuare la nostra attività.