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Il Giro per scoprire il Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise

Photo: Marco Graziani

Per Simone Carbutti la bicicletta ha giocato da sempre un ruolo fondamentale nella sua vita.
E non poteva essere diversamente: oggi rappresenta la terza generazione dello storico negozio di Roma Cicli Lazzaretti, una vera e propria istituzione per gli amanti delle due ruote, fondata nel lontano 1916 dai fratelli Remo e Romolo Lazzaretti. Il negozio, che vanta due sedi nella Capitale, negli anni ha saputo affermarsi a livello nazionale e internazionale, sia come rivenditore e produttore di telai, sia per la ASD Lazzaretti Racing Team, squadra affiliata Federazione Ciclistica Italiana.

Ed è da questo florido background personale e culturale che nasce il Giro nel Parco, appuntamento ciclistico ideato dallo stesso Simone e da Nicolangiolo Zoppo, direttore di corsa FCI e organizzatore di eventi ciclistici. Una manifestazione che comincia a imporsi nel 2016 e si afferma poi con il nome di Granfondo nel Parco, con l’idea di coinvolgere sempre più ciclisti alla scoperta dei paesaggi del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Nel 2022 l’appuntamento cambia nome, logo e si propone di allargare il proprio bacino di riferimento, rivolgendosi non solo ai più esperti, ma anche ai tanti altri che vogliono semplicemente trascorrere una giornata immersi nella natura pedalando. Abbiamo chiesto a Simone di raccontarci qualcosa di più sulla manifestazione che si terrà il prossimo 26 giugno e del suo rapporto con il Parco.

Simone, raccontaci come nasce il “Giro nel Parco” e come mai avete scelto di organizzarlo all’interno del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Io sono di Roma, ma avendo sposato una ragazza di Villetta Barrea, in provincia dell’Aquila, ho avuto modo di innamorarmi anche di quei luoghi meravigliosi. E Nico è molisano, quindi conosce anche l’altro versante del parco. L’idea di unire la nostra passione per la bici alla natura delle nostre regioni è stata immediata, ma non è stato subito facile. All’inizio c’era un po’ di diffidenza, ma poi le cose sono migliorate e il progetto è riuscito a crescere nel tempo.

Nel 2022 la Granfondo cambia nome e diventa Giro. Come mai questa scelta?
È stata una decisione basata sull’esperienza delle passate edizioni. L’evento nasce come un’occasione per conoscere il territorio, non ha mai voluto avere un taglio prettamente agonistico. Noi per esempio ci abbiamo sempre tenuto a premiare i primi di ogni categoria, ma non i primi in assoluto. E questo, ad alcune persone più votate all’agonismo, ha dato fastidio. Così abbiamo deciso di rendere più chiari i nostri intenti, aprendo maggiormente la giornata a chiunque voglia inforcare una bicicletta: certo, non deve essere solo una passeggiata, bisogna essere un minimo allenati, ma senza l’assillo della classifica.

L’evento però conserverà le sue diverse discipline, corretto?
Esatto, le formule sono tre. Ci sarà il giro classico, ad anello, lungo 116km, con dei tratti cronometrati, che permette di vedere tante zone caratteristiche del Parco, come Opi, Pescasseroli, Anversa degli Abruzzi, le Gole del Sagittario, Scanno e ovviamente Villetta Barrea (da dove si parte). Poi ci sarà il Giro Randò, quello più estremo, lungo circa 200km, che abbraccia tutti i versanti del Parco nazionale, voluto in particolare dall’Ente Parco. E infine non mancherà il Giro Gourmet, che passa per la Camosciara e dove sono previsti diversi punti ristoro, con diverse specialità locali. Quest’ultima è sicuramente una delle più apprezzate, nelle scorse edizioni i partecipanti ci hanno confessato di essere tornati con qualche chilo in più rispetto alla partenza!


“I partecipanti al Giro Gourmet ci hanno confessato di essere tornati con qualche chilo in più rispetto alla partenza!”


Dopo sei edizioni siete in grado di valutare da dove provengono i vostri ciclisti?
Sicuramente la maggior parte dal Lazio, direi un buon 80%, per evidenti motivi logistici. Però negli anni abbiamo registrato anche persone provenienti dall’Inghilterra, dal Cile, dagli Stati Uniti. L’aspetto che però continua a sorprenderci è che spesso le persone che abitano a Roma e dintorni non hanno idea di avere le Dolomiti a due passi da casa, non conoscono questi posti nonostante siano a pochi chilometri di strada. E quando arrivano qui restano a bocca aperta!

Come è nata e come procede la collaborazione con il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise?
L’Ente Parco ci ha sempre sostenuto, nei limiti del possibile dovendo tutelare contemporaneamente un’area che, giustamente, ha una flora e una fauna che per essere protette necessitano di alcune limitazioni. Abbiamo ricevuto supporto per la parte logistica-organizzativa e sono sempre stati pronti ad ascoltare le nostre richieste, anche se non ci hanno potuto sostenere economicamente. Da parte nostra cerchiamo sempre di promuovere i valori della sostenibilità, gli stessi promossi dall’Ente Parco, anche se a volte non combaciano con le tradizioni di alcuni eventi sportivi. Non siamo l’unica manifestazione presente in queste zone, ma ormai possiamo dire di avere una buona tradizione e riconoscibilità.


“Spesso le persone che abitano a Roma e dintorni non hanno idea di avere le Dolomiti a due passi. E quando arrivano qui restano a bocca aperta!”


E che tipo di rapporto avete instaurato con le realtà locali?
Siamo molto contenti del rapporto che abbiamo instaurato con il Comune di Villetta Barrea e con l’Ente Parco. Ci stiamo dando da fare per far capire a tutti che la nostra presenza può generare curiosità e ricchezza, non solo durante la manifestazione, ma anche durante il resto dell’anno, considerando che molti partecipanti al “giro” poi ci raccontano che tornano in altre stagioni per scoprire meglio ciò che il territorio offre.

Infine, una confessione: ti vedremo in bicicletta quest’anno o sarai dietro alla macchina organizzativa?
Nonostante l’evento sia concentrato in un giorno solo, c’è davvero tanto lavoro perché tutto funzioni bene e in sicurezza. Siamo una realtà piccola, familiare, con alcuni volontari che ci supportano: l’anno scorso sono riuscito a partecipare al Giro Gourmet, probabilmente quest’anno lo rifarò nei panni di guida durante il percorso.

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